Presentazione

Nato nel 1996, per impulso delle Regioni italiane, con la denominazione “Istituto per la trasparenza, l’aggiornamento e la certificazione degli appalti”, l’Istituto ITACA è un’associazione di tipo federale con obiettivo quello di attivare azioni ed iniziative condivise dal sistema regionale al fine di promuovere e garantire un efficace coordinamento tecnico tra le stesse Regioni e province autonome, così da assicurare anche il miglior raccordo con le istituzioni statali, enti locali e operatori del settore.

Dal 2005, a seguito del ruolo assunto da Itaca e riconosciuto dalle stesse Regioni e da organismi nazionali di riferimento, con il quale si rapporta, ha adottato la sua nuova denominazione, “Istituto per l’innovazione e trasparenza degli appalti e la compatibilità ambientale”, la quale, pur confermando l’identità statutaria, ne sottolinea l’impegno anche sul versante delle tematiche inerenti alla sostenibilità ambientale.

Organo tecnico della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, Itaca opera anche alla istruttoria di provvedimenti di natura tecnica da sottoporre alla approvazione della stessa. Supporta inoltre, in qualità di segreteria tecnica, l’attività dei responsabili regionali dell’Osservatorio dei contratti pubblici di lavori, servizi e forniture.

Gli scopi statutari sono:

  • sviluppo e promozione della trasparenza nelle diverse fasi del ciclo degli appalti e delle concessioni pubbliche, anche attraverso la realizzazione di sistemi informativi per la raccolta e diffusione in tempo reale di tutte le informazioni attinenti agli appalti;

  • definizione e sviluppo di procedure qualificate per la gestione e/o l’affidamento di appalti, tramite l’introduzione di sistemi qualità nelle procedure amministrative ispirati ai principi della normativa UNI EN ISO;

  • promozione e diffusione delle buone pratiche nei servizi, forniture e lavori pubblici per la qualità urbana e sostenibilità ambientale.


L’attività è esercitata attraverso comitati e gruppi di lavoro costituiti, oltre che dai tecnici regionali, anche da rappresentanti delle amministrazioni statali, locali e organismi rappresentativi delle categorie di settore. Ciò ha permesso, da un lato, un ampio e concreto confronto su questioni di volta in volta individuate, e dall’altro, lo scambio di conoscenze e condivisione di progetti che possono costituire ipotesi di sviluppo socio-economico e ambientale nel mercato di settore. Un patrimonio che le Regioni in questi anni stanno adoperando e valorizzando pienamente, anche alla luce delle nuove competenze acquisiti con la legge di riforma costituzionale n. 3/2001.